«Torino è la mia amata città, Torino è la mia spina nel fianco. Perché può e non fa; crea e abbandona. I turisti la adorano, i torinesi non abbastanza, alcuni la ignorano come una vecchia moglie. Torino non è Milano: siamo differenti, dovremmo averlo capito, e giochiamo due campionati molto diversi.
Credo in una progettualità che regali suggestioni, che punti sulla cultura e sulle nostre peculiarità. Perché questa è la nostra forza
Torino oggi è una piccola città che dovrebbe comprendere e valorizzare le sue virtù: i parchi dovrebbero essere un luogo pulito e sicuro, pieni di attività e sdraio all’aperto; il Po dovrebbe avere barche che lo navigano, come la Senna, e le sue strade mezzi adeguati a una città d’arte, navette veloci per Venaria e Rivoli, per Stupinigi e Villa della Regina; un progetto serio per le residenze sabaude, con bookshop pieni di gente e bar pieni di panini, così piccoli come solo noi sappiamo farli.
Più spazio alla cultura, più botteghe ad arginare la tristezza dei centri commerciali. Dovrebbe sapersi promuovere come città d’arte ‘da visitare assolutamente’ e tappa ideale da cui partire per le Langhe, per il Monferrato, per le montagne e per il mare».
Paola Giubergia
Nata a Torino, studia architettura e inaugura a 24 anni la Mezzaluna, negozio specializzato in articoli per la casa. Nel 2003 entra in Ersel, l’azienda di famiglia, dove realizza e anima uno dei poli artistici più dinamici della città. Dopo la scomparsa del padre Renzo Giubergia, crea una fondazione a lui intitolata, dedicata a giovani musicisti. Partecipa attivamente alla Consulta di Torino e ricopre per alcuni anni la carica di presidente dei Cento, presso il Circolo dei lettori. Da sempre promuove le attività della Fondazione Paideia, che opera a favore dei bambini con disabilità. È mamma di Ludovica e Andrea e nonna di Carolina
Torino Magazine Speciale 2020.
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