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Una mamma a Torino

di Sara D'Amario

Tutti colibrì?

Torino, speciale 2021

«La mamma di Riccardo ha organizzato una gita in un bosco per pulirlo dalla plastica. Andiamo anche noi?».

«Certo, cucciola».

La  super mamma di Riccardo, Sara anche lei, splendida artista della ceramica, esce dal suo atelier di Pecetto e si rivela una vera pragmatica: ci dà appuntamento per  la  domenica  mattina  in  strada comunale Val San Martino, con tuta, scarpe da ginnastica e guanti da giardinaggio. Lì incontriamo un bel numero di ragazze, ragazzi e mamme di età diverse, insieme ai loro figli grandi e piccini. Sara ci accoglie e ci presenta Giulia, referente di Plastic Free per il Piemonte.

«Pochi minuti a piedi e saremo al punto di raccolta».

«Ma secondo te, troveremo della plastica nel bosco, mi chiede mia figlia mentre le seguiamo.

«Be’, qualche pezzetto probabilmente sì». Due curve, una piazzola, ammutoliamo: al di là del guardrail, tra gli alberi, una discarica a cielo aperto.

«Perché il bosco è pieno di immondizia, mormora mia figlia.

«Bella domanda», rispondo in un soffio.

«Cioè, perché la gente la butta qui?».

«Mistero dell’essere umano…».

«Ma chi viene fin qui per buttarla? Escono di casa, si fermano sulla strada e lanciano nel bosco i sacchi di spazzatura?». Sento una rabbia profonda nelle parole di mia figlia. È rarissimo. Avrei alcune risposte ma corredate da diverse parolacce, quindi mi trattengo. Preferisco darle un bacio per calmarla. Scendiamo tutti giù dalla ripa e iniziamo la nostra caccia all’immondizia… Quante sorprese!

«Perché il bosco è pieno di immondizia?», mormora mia figlia.

«Bella domanda», rispondo in un soffio.

«Cioè, perché la gente la butta qui?».

«Mistero dell’essere umano...»

Computer antidiluviani! Cavi! Pneumatici! Bicicletta! Televisore! Giradischi! Bottiglie di plastica e di vetro! Lattine! Lampadine! Piatti rotti! Plastica intera, a brandelli o in frammenti! Calcinacci! Laterizi di ogni tipo! Nel  gruppo circola un’energia strana, bella, concreta, anche nei più giovani, un soffio vitale: quello dell’agire insieme per il bene comune? Poi mi gelo. Trovo dei vestiti in parte già inglobati dalla terra e la mia mente di scrittrice si scatena: e se spunta una mano tra le radici degli alberi e i rifiuti?

«Mamma, sei pallida. Sei stanca?».

«No… sono… fiera di te», tergiverso. Due ore dopo sulla piazzola ci sono 34 sacchi pieni di spazzatura. In silenzio, tutto il gruppo osserva gli addetti dell’azienda municipale allontanarsi con il camioncino carico del nostro tesoro…

Ci scambiamo sguardi eloquenti: è una goccia su un incendio quello che abbiamo fatto oggi, lo sappiamo.

«Mamma, è come la leggenda del colibrì: è vero che butta una goccia d’acqua alla volta su un incendio, ma così contribuisce a spegnerlo, fa la sua parte… Tante gocce diventano un flusso, un’onda, una marea. Non ci fermiamo, giusto?». Annuisco.

«A 12 anni non posso diventare referente di Plastic Free. Ma tu sì…».

E così ho raggiunto le volontarie e i volontari che rendono Plastic Free operativa e indispensabile.

«Adesso, mamma, che si fa?».

«Invitiamo tutti ad avere il coraggio dei colibrì».