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L'amore ai tempi di Torino

di Enrica Tesio

Concediamoci di riposare ed essere felici

Torino, estate 2021

Quando ho detto ai miei figli che sarebbe arrivata una sorella, Marta si è nascosta sotto il tavolo della cucina, proprio come facevo io da piccola quando ero triste o arrabbiata. Da bambini ci si nasconde per farsi stanare. Da grandi anche. Chi stana deve trovare il momento giusto, troppo presto e sarà mandato via, troppo tardi e verrà accusato di insensibilità. Non solo. Se ho imparato qualcosa dall’esperienza di essere genitore è che i figli non bisogna “toccarli” troppo, tipo la pasta frolla che non si deve stare sempre lì a maneggiarla. Se fanno il muso, soprattutto dopo un litigio, è bene lasciarli al loro momento di rabbia, senza cercare un secondo confronto e poi ancora un chiarimento. Ma non è questo il caso. Non c’era stato litigio, solo una reazione corrucciata, prevedibile. Aveva le sue ragioni.

Dopo sette anni di vita a tre, in cui nessun uomo era entrato a casa nostra in qualità di mio fidanzato ufficiale, dopo sette anni di mamma solo mamma, la mamma si innamora e dopo due mesi è incinta. Io, fossi stata in lei, il tavolo non lo avrei usato come nascondiglio, lo avrei ribaltato.

Ho contato fino a cinquecentoventidue e l’ho fatta uscire chiedendole di cosa avesse paura. Marta mi ha dato una risposta circostanziata, chiara e diretta, cosa che non accade mai, di solito succede che i miei figli biascichino scuse incomprensibili, io proponga delle soluzioni a risposta multipla finché, stremati dal pressing, scelgono la busta 1 2 o 3 per tacitarmi. Invece no, senza bisogno di essere imboccata, mi ha detto: «Ho paura che quando la bambina nascerà nessuno mi porterà più in braccio a casa, se mi addormento in macchina».

Il massimo del benessere, la felicità che temi ti portino via, consiste nell’avere qualcuno che si occupa del tuo sonno, che ti ama così tanto da sollevarti da ogni responsabilità, anche quella del risveglio

Come darle torto? Il massimo del benessere, la felicità che temi ti portino via, consiste nell’avere qualcuno che si occupa del tuo sonno, che ti ama così tanto da sollevarti letteralmente da ogni responsabilità, anche quella del risveglio.

Per contro, se devo scegliere un’immagine di disagio, fastidio e solitudine, scelgo me, con il trucco del giorno, i vestiti del giorno, che mi sdraio un attimo sul divano prima di caricare la lavastoviglie della cena e invece mi addormento e riapro gli occhi alle tre e mezza di notte, con in TV una puntata di Vite al limite e nessuno che mi strucchi, mi svesta, mi lavi i denti e mi porti a letto.

A Marta ho promesso che avrebbe potuto continuare ad addormentarsi sui sedili posteriori dell’auto e a risvegliarsi nel suo letto, due braccia per sollevarla ci sarebbero sempre state. Si è tranquillizzata e da allora non ha mai dimostrato la minima gelosia per Andrea Ines, che ormai ha festeggiato nove mesi nella pancia e dieci fuori. Ma l’immagine evocata da Marta mi ha colpito per la sua forza, il legame tra felicità e riposo è mistico, lo insegnano anche a catechismo, il paradiso non è altro che un luogo dove qualcuno si prende cura del tuo sonno, del tuo eterno riposo.

Mi piacerebbe fare un augurio a me stessa e a chi legge: siamo in estate e l’estate è il momento della vacanza e del riposo, ne abbiamo bisogno, ci aspetta un settembre di nuove fatiche, quindi raccogliamo le energie e concediamoci di essere felici.

 


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