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La Trattoria della Posta è una storia da raccontare

Beppe Gandolfo, Italia 1 e gli agnolotti cos'hanno in comune?

di Tommaso Cenni

Primavera 2022

ENZO MONTICONE È LA TERZA GENERAZIONE AI FORNELLI DELLA TRATTORIA DELLA POSTA, FORSE LA PIÙ DURATURA TRA LE STORIE DI RISTORAZIONE DI TORINO.

Enzo Monticone è la terza generazione ai fornelli della Trattoria della Posta, forse la più duratura tra le storie di ristorazione di Torino. Studio Aperto MAG ha voluto dedicargli un bel servizio condotto da Beppe Gandolfo, e noi non potevamo di certo mancare.

Quello che ci è sempre piaciuto, oltre alle tovaglie bianche, agli gnocchi e alla sensazione di stare come a casa, è il fatto che la Trattoria della Posta sia riuscita a essere in ogni epoca se stessa e contemporanea.

Beppe Gandolfo è uno di quei giornalisti che amano per davvero il proprio territorio, e quando si muovono per raccontarne una sfumatura difficilmente mancano il colpo. L’opportunità arriva nel caso specifico grazie a Studio Aperto MAG, la seconda parte del telegiornale di Italia 1, in onda tutti i giorni dalle 19 alle 19.20, e dedicata a tematiche culturali, curiose e spesso territoriali.

Nei suoi reportage Studio Aperto MAG racconta spesso spaccati di cultura gastronomica, storie vere da conservare e tramandare. Nell’occasione specifica lo ha fatto insieme a Beppe Gandolfo e Guido Barosio (direttore editoriale di Torino Magazine), ospiti di Enzo Monticone, alla Trattoria della Posta, istituzione torinese da più di settant’anni.

È stato questo il tema centrale del servizio di Studio Aperto MAG in onda a fine maggio su Italia 1, che dopo aver fatto tappa a Napoli e Firenze, sceglie il pre-collina di Superga e l’incredibile storia familiare dei Monticone, dinastia al timone di quella che per i torinesi è da sempre “l’osteria dei formaggi”.

Torino Magazine non poteva certamente mancare, anzitutto perché siamo felici d’essere testimoni della ribalta nazionale di un buon luogo di ristorazione e cultura torinese a cui siamo sinceramente affezionati; e poi perché quando si narrano le eccellenze del territorio di sicuro non ci tiriamo indietro. Ne abbiamo approfittato per goderci il set, scattare qualche foto, chiacchierare con Enzo Monticone di agnolotti, chef stellati innamorati della Posta, ruote di formaggio un tempo giganti e ora ridotte perché gli appetiti di un tempo non esistono più.

Dentro alla Posta ogni muro è una fotografia e ogni fotografia racconta storie di tanti anni fa. Quello che ci è sempre piaciuto, oltre alle tovaglie bianche, agli gnocchi e alla sensazione di stare come a casa, è il fatto che la Trattoria della Posta sia riuscita a essere in ogni epoca se stessa e contemporanea. Lo era quando il pasto fuori casa era unicamente la merenda sinoira, quando il Castelmagno era formaggio conosciuto da pochi eletti e si friggevano i pesciolini tirati su dal Po; e lo è ancora oggi, evoluta sì ma ugualmente autentica. Uno degli ultimi luoghi in città in grado di trasmettere questa sensazione. E ce lo teniamo stretto.

Abbiamo aspettato la messa in onda e poi ci siamo gustati il reportage su Italia 1. Il consiglio è, per chi non l’avesse fatto, di andare a godervi la Trattoria della Posta anche di persona.