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Mentre si è appena compiuto il passaggio di testimone tra il presidente uscente Massimo Giuntoli e la neoeletta Cristina Coscia, al cuore delle riflessioni dell’Ordine degli Architetti di Torino si profila la necessità di progettare nuovi spazi con una visione di futuro
Torino, speciale 2021
Per cinque anni ho guidato e rappresentato la categoria degli architetti, in qualità di presidente dell’Ordine, accettando la sfida in un momento di crisi per la categoria. Nel mio nuovo ruolo di membro del Consiglio Nazionale Architetti, nei prossimi cinque anni lavorerò a livello nazionale affinché la prossima programmazione europea 2021/2027 e le nuove risorse messe in campo dall’UE (Reco- very Plan) vedano nuovamente le città e i territori protagonisti e oggetto di ingenti investimenti. Con le nuove Linee Guida per l’Architettura, su cui ha dato parere favorevole il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ci avviciniamo ad avere finalmente una Legge Nazionale dell’Architettura.
Lascio il testimone ora a Cristina Coscia, nuova presidente dell’Ordine, certo delle sue capacità e qualità professionali.
Non posso che concordare con Massimo Giuntoli sui temi di attenzione che ha richiamato. Il passaggio di testimone che porta Massimo Giuntoli a Roma e la sottoscritta nell’avvicendamento alla Presidenza dell’Ordine degli Architetti di Torino mi porta a confermare i nodi messi in luce nel precedente quadriennio, ma con alcuni slanci in avanti. Rispetto alle sfide a medio e lungo termine, il ruolo degli architetti si giocherà sia sugli affondi dei temi individuati da Massimo Giuntoli, sia sul saper intravedere con lungimiranza spazi per la comunità degli architetti ad oggi non del tutto presidiati o focalizzati, o in passato non previsti. Per “spazi” intendo sia quelli fisici, sia quelli virtuali, sia di conoscenza: in tutti intravedo la necessità di “progettare” – con una visione di futuro – nuove competenze, di “valorizzare” il know-how fondativo della professione, di “giocare” con i saperi della scienza e della cultura, in una ricomposizione multidisciplinare. Alla luce della costituzione del nuovo Ministero della Transizione Ecologica e delle traiettorie indicate nel PNRR, il ruolo degli architetti dovrà assumere ancora più centralità sui temi delle città sostenibili, anche in un’ottica di green life, economia circolare e cura degli spazi del vivere. La progettazione di architetture ad altissima efficienza energetica, la riqualificazione energetica dell’esistente a energia quasi zero, gli interventi di retrofit sul patrimonio moderno, la riqualificazione dei borghi alpini, del patrimonio minore e diffuso, ecc., passano anche attraverso nuovi modi di accompagnamento sociale, finanziario ed economico. Sui temi della cura e della co-progettazione gli architetti possono esaltare il loro approccio capacity building alle trasformazioni, avvalendosi anche dell’innovazione tecnologica (sono ormai noti casi studio su piattaforme collaborative e processi bottom up). Nei succitati processi di riqualificazione energetica gli architetti diventano oltremodo strategici – in team multidisciplinari – in quelle azioni di eliminazione delle inefficienze e di monitoraggio dei processi e dei sistemi impiantistici (pensiamo ad esempio anche alle infrastrutture viarie), che incrementerebbero il know-how delle amministrazioni nelle azioni di gestione, tutela e protezione del territorio.
CRISTINA COSCIA
Architetto, dottorato in Estimo e Valutazioni economiche, specializzazione in Storia, Analisi e Valutazione dei Beni architettonici e ambientali, master di II livello in Pianificazione territoriale e Mercato immobiliare, è professore associato in Estimo presso il Politecnico di Torino – Dipartimento di Architettura e Design (DAD). Dal 30 aprile 2021 è presidente dell’Ordine degli Architetti di Torino fino alla prossima consigliatura e componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione per l’architettura / Torino.