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Torino, primavera 2020
Nel luglio del 1747 l’esercito sabaudo respinse sul colle dell’Assietta l’armata francese, due volte superiore e ritenuta invincibile. In quell’occasione venne coniata l’espressione ‘bogianen’, perché i piemontesi vinsero senza arretrare di un metro. Duri e puri, perfetti nel tenere fede alla parola. Chi non conosce la storia se ne perde sempre un pezzo. Ogni episodio della vita contemporanea, ogni dramma che siamo chiamati a superare, rischia di non essere compreso se non viene contestualizzato nel tempo. L’attualità da sola non spiega e difficilmente offre soluzioni. Se le vicende sono positive ci abbandoniamo felicemente a loro. Se invece lo scenario volge al peggio in modo inatteso, in circostanze persino surreali, come quelle che abbiamo dovuto affrontare, allora siamo troppo impegnati a combattere e resistere per venirne fuori. Solo la storia può mettere ordine. Le vicende e i personaggi di un luogo, di una città come Torino, stabiliscono qual è il codice genetico di riferimento, ci offrono idee, narrazione, prospettiva nel giudizio e – se sappiano ascoltare – anche la giusta ispirazione.
Cosa saremmo senza il nostro passato? Cittadini smarriti di fronte agli eventi, privi della prospettiva necessaria per rimettere in moto quanto si è arrestato. La storia ci narra che siamo tosti bogianen ma cultori del bello. Torino senza paura, capitale reale, è sempre lì a indicarci la rotta
Quindi, in occasione di una primavera che non avremo mai pensato di vivere così, abbiamo deciso di portare in cover Alessandro Barbero: il professore che riempie gli auditorium e ottiene centinaia di migliaia di view su YouTube. Nessuno come lui è riuscito ad appassionare gli italiani a un tema ritenuto erroneamente ostico. Il suo messaggio è semplice: «La storia è la cosa più divertente che ci sia. Non è una fuga nel passato, quanto piuttosto un gusto irrinunciabile per l’avventura e le vicende umane». Ma questo entusiasmo è destinato a moltiplicarsi se i protagonisti narrati sono i ‘nostri’ e se le vicende sono quelle che hanno creato gli spazi che ancora oggi abitiamo. Chiarisce Barbero: «Nei secoli si è sviluppata una grande narrazione che ha attribuito ai Savoia un ruolo di guida persino inesorabile. I Savoia erano predestinati a governare l’Italia e si comportavano come tali. Anche le arti hanno svolto un ruolo fondamentale: i monumenti in giro per la città, i pittori di corte e le loro opere». E noi questa città di castelli e palazzi, di grandi viali pensati per le parate, la dobbiamo vivere come il nostro palcoscenico.
Che la storia sia un blockbuster della memoria ce lo raccontano le serie dedicate ai Windsors e ai Romanoffs, mentre da noi la parola Savoia suscita ancora perplessità. Sbagliato, perché si confonde la cronaca con il passato. I Savoia hanno fatto Torino, e il Piemonte e l’Italia, non c’è nessun revisionismo filoborbonico che tenga. Il bello che ci circonda lo hanno concepito loro, a noi tocca raccontarlo riverniciando bene la vetrina. E sarà ancora più importante credere in questa opportunità nella seconda metà del 2020, dove l’attrattività del nostro territorio sarà una delle grandi carte da giocare sul fronte della ripresa. La storia – e ce lo insegna Barbero – può essere epica pop, e persino palcoscenico rock. In epoca di social e YouTube, di palinsesti digitali e TV on demand, ma anche di carta stampata ad alto tasso di qualità, sono la narrazione e le scelte a fare la differenza: necessarie per connettere il passato col futuro, perché il presente appena lo vedi già non c’è più. In tema di ‘futuro’ abbiamo affidato a un gruppo di editorialisti il ruolo di esploratori. Nelle prossime pagine leggerete di come Torino si prepara, prima tra tutte, agli scenari 5G e di come ospiterà un distretto dello spazio unico in Europa. Autori Valerio Saffirio e Benedetto Camerana.
Ancora futuro e sfide ambiziose nelle interviste di apertura. I protagonisti sono: Alessandra Siviero, prima donna presidente della Fondazione per l’architettura / Torino, Camilla Mazzi, nuovo talento della danza classica internazionale, e Giovanni Radis, presidente di Réseau Entreprendre Piemonte, associazione che connette i neoimprenditori con i senior. Torino Magazine, col suo format riconoscibile nel tempo, ha sempre offerto l’immagine di una città orgogliosa e intraprendente, che sa attivarsi con efficacia quando le esigenze lo richiedono. Con accertato talento e senza una parola di troppo. Bogianen ma pronti all’azione.