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di Maurizio Gallo-Orsi

Presidente del Consiglio Notarile di Torino

Testamento: i consigli del notaio

I consigli del notaio servono alla stabilità e all'interpretazione del testamento. È lui il professionista più accreditato per risolvere le problematiche successorie

Torino, autunno 2020

Mi è capitata in questi giorni una questione apparentemente semplice ma che, guardata più da vicino ed esaminata con più attenzione, si è rivelata molto meno banale e lineare del previsto. Muore una signora, divorziata, che lascia a sé superstiti un figlio e tre nipoti, figli dell’altro figlio predefunto della signora. Mi viene presentato un testamento olografo, quindi scritto di pugno dalla testatrice e correttamente datato e sottoscritto, che, dopo aver revocato i testamenti precedenti, prosegue disponendo letteralmente: «Lascio i miei beni in parti uguali a mio figlio Antonio e ai miei nipoti Filippo, Tommaso e Gloria…».

La prima e istintiva reazione alla lettura di questa disposizione è che la testatrice abbia inteso dividere in quattro parti uguali il suo patrimonio: da questa interpretazione deriva che il figlio Antonio riceverebbe un quarto del patrimonio con la conseguenza che egli sarebbe leso nella quota di legittima – pari a un terzo – che la legge gli riserva. Antonio, quindi, avendo ricevuto meno di quanto gli spetta, potrebbe agire in riduzione contro i nipoti e ottenere, con facilità, la quota di un terzo che la legge gli assicura.

Una lettura più attenta della disposizione testamentaria in oggetto potrebbe però portare a un’altra e diversa interpretazione. La testatrice potrebbe aver voluto considerare figlio e nipoti due gruppi distinti tra loro: da un lato il figlio e dall’altra i discendenti del figlio premorto. E allora ecco che la disposizione assumerebbe tutto un altro significato, con la conseguenza che il patrimonio spetterebbe per metà al figlio Antonio e per l’altra metà congiuntamente ai nipoti Filippo, Tommaso e Gloria. Si aggiunga, a sostegno di questa interpretazione, che la testatrice era ben conscia dell’esistenza di un diritto di legittima a favore dei figli, in quanto in una disposizione testamentaria precedente aveva lasciato proprio al figlio Antonio solo la quota che la legge gli garantisce. Sembra strano che, con una disposizione successiva, abbia inteso pregiudicarlo lasciandogli meno di ciò che la legge gli riserva. Un’ulteriore considerazione va fatta: per un profano scrivere una disposizione testamentaria finalizzata a lasciare il proprio patrimonio per metà al figlio e per metà ai nipoti congiuntamente tra loro non è esattamente elementare e quindi il dubbio che la testatrice, pur esprimendosi in modo improprio, intendesse proprio questo è a mio parere più che fondato.

Ci troviamo di fronte a una scheda testamentaria apparentemente semplice e chiara, ma che è fonte di grossi dubbi interpretativi: da una parte Antonio potrebbe essere erede per un quarto e chiedere la sua legittima pari a un terzo; dall’altra potrebbe essere erede per un mezzo. Starà agli eredi trovare un accordo sull’interpretazione del testamento, in mancanza del quale sarà un giudice a decidere. Questa vicenda minima evidenzia come la redazione di un testamento chiaro e preciso sia spesso tutt’altro che semplice e richieda, il più delle volte, la consulenza di un professionista che dissipi dubbi ed escluda la possibilità di interpretazioni divergenti delle volontà testamentarie. Il mio consiglio, ovviamente, è di affidarsi alla competenza e ai consigli di un notaio, che è il professionista più accreditato per risolvere problematiche successorie.

Maurizio Gallo-Orsi

Nato a Torino nel 1962, è stato componente del Consiglio Notarile di Torino dal 2000 al 2012 e componente della Commissione Regionale di Disciplina dei Notai per quattro anni dal 2013. Di nuovo componente del Consiglio Notarile di Torino dal 2018, ne è diventato presidente il 14 marzo 2019. È docente della Scuola di notariato Lobetti Bodoni. Ha curato la riedizione, con il padre Gianfranco Gallo-Orsi, del volume ‘L’imposta di successione’, edito da UTET. Ha scritto su Stampa Sera e su riviste giuridiche specialistiche; ha partecipato e partecipa come relatore a numerosi convegni giuridici.