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Torino, inverno 2020
Torino sta diventando città green? Il verde, il colore dell’ecologia, è un possibile destino per la capitale sabauda? Già città dell’industria, considerata negli anni ’60/’70 ‘città grigia’ (uno stereotipo in realtà mal posto), per il futuro Torino sembra essere stata individuata come centro d’elezione per progetti e dimostrazioni di matrice ecologista. Una su tutte, il grande raduno internazionale di Fridays For Future, previsto a luglio 2020 (poi cancellato per la pandemia), per il quale questa città è stata scelta al termine di una selezione a cui hanno preso parte più di 200 località nel mondo. Apparentemente Torino è stata scelta come luogo simbolico per promuovere la lotta al cambiamento climatico proprio per la cattiva qualità dell’aria, tra le più inquinate in Europa. Ma è soprattutto vero che l’immagine di questa città è entrata in una fase di mutazione per un progressivo e concreto cambiamento di pelle della sua cultura industriale verso una svolta ecologica. A mio parere stiamo vivendo gli effetti delle strategie pionieristiche degli ultimi 20 anni. A partire dalla nascita di Environment Park, un’idea che, già nel 1997, anticipava il futuro, dando vita al primo centro di ricerca in Europa dedicato alla green economy (quando il termine non era ancora in uso).
Il Centro nasceva nelle forme del più importante esempio di green architecture europeo, un sistema di volumi totalmente integrati nella natura (tra l’altro, la mia prima avventura professionale in gioventù): un progetto guida per un movimento avviato allora e, oggi, ancora un manifesto per opere iconiche del green contemporaneo come il Bosco Verticale a Milano. Oggi questo laboratorio permanente dell’economia circolare è pronto a crescere ancora, accelerando la ricerca e le sue ricadute industriali nel settore delle energie alternative, dell’idrogeno, del recupero. E oggi FCA decide di trasformare nuovamente il Lingotto, il manifesto della cultura industriale torinese, realizzando 500 SkyDrive, un nuovo progetto pioniere della green architecture, che riallinea un filo verde con Environment Park.
Per il futuro Torino sembra essere stata individuata come centro d’elezione per progetti e dimostrazioni di matrice ecologista
Il progetto prevede la trasformazione della ex pista di collaudo in un parco urbano lineare, integrato con un percorso per auto elettriche. L’asfalto su cui un tempo giravano le Balilla e le Topolino sarà trasformato in un grande giardino naturale, 7mila metri quadri di verde disegnato da più di 10mila piante che colonizzeranno la pista come portate dal vento. Il Lingotto, simbolo dell’industria, si trasforma in polmone verde con il giardino pensile pubblico più grande-alto in Europa.
Oggi FCA trasforma anche Mirafiori, che si avvia a diventare un ecosistema green, non solo con la produzione della nuova 500 Elettrica, ma realizzando il Battery Hub, il nuovo centro di assemblaggio di batterie, e la più grande infrastruttura al mondo V2G – Vehicle to Grid, un centro di interscambio elettrico, ingegnerizzato da Engie EPS, che connetterà le batterie di 700 veicoli BEV con la rete nazionale gestita da Terna. La mutazione green torinese passa dal consolidamento definitivo di questo percorso, dalla ricerca alla produzione industriale, da Envi Park a V2G.