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Home > People > Editoriali > Una mamma a Torino > Un, due, tre: stella!
Torino, estate 2020
Mi blocco su un piede solo, con le mani all’altezza delle orecchie e la lingua di fuori. Sto scomoda ma tra un attimo, se non mi muovo, la conta riprenderà. Mia figlia ride. «Lockdown, mamma! Devi rimanere così». Così? Sei sicura, amore?». «Sì. Ma puoi tirare dentro la lingua». È già qualcosa. Mascherine, gel igienizzante… E poi, badabum! Le strade si svuotano, cinema e teatri chiudono, salta la tournée: a cosa mi servirebbe la lingua? In un silenzio surreale l’agenda si dilegua, i miei pensieri girano intorno a questa parola: lockdown. Chiusi, fermi. «Allora, cucciola, stiamo blindate in casa per un po’…».«Sono in vacanza?». «Non esattamente. E nemmeno io: ho un romanzo e due spettacoli da scrivere e farò lezioni di teatro online agli allievi attori insieme a papà. Lui però ogni giorno andrà nel suo atelier di pittura per attraversare questo lockdown anche in solitaria, a bordo di colori e pennelli. Tu cosa farai?». «Gioco alla DAD, mamma», risponde mia figlia, accendendo per la prima volta il mio computer come fosse suo. «Ma non ti sono mai piaciuti i videogiochi!». «Questo è speciale, appena uscito. Così ritrovo le maestre e i miei amici. Vuoi giocare anche tu?».
Detto fatto: mi rifaccio il programma di quinta elementare grazie alla Didattica A Distanza e al coraggio delle maestre. Bastano pochi giorni e la mia bambina naviga e usa programmi mai visti prima come una hacker. Scuola, spesa, scrittura, lavoro, teatro… il mondo intero è diventato un sito di incontri su piccoli schermi. Con gli allievi attori riprendiamo le prove dello spettacolo: «Sara, scusa, ma nella commedia che hai scritto con François-Xavier i personaggi sono stufi delle chat, degli incontri virtuali, e si lanciano in speed dating dal vivo: fare le prove online è buffo ma è un paradosso!». Eh… sì. Ma la passione non ha barriere… Dopo le prime difficoltà tecniche, scopriamo insieme che uno schermo non può fermare le emozioni vere e le loro sfumature: i nostri allievi danno vita a personaggi esilaranti ma anche dolci, sensuali.
«Lockdown, mamma! Devi rimanere così». «Così? Sei sicura, amore?». «Sì. Ma puoi tirare dentro la lingua». È già qualcosa […] poi, badabum! Le strade si svuotano, cinema e teatri chiudono, salta la tournée
Potenza degli attori. Un due tre: stella! «Mamma, muoviti! Fine del lockdown, il mondo ha ricominciato a girare! Io continuo con la DAD, ma tu non stare lì impalata!». L’asse di rotazione sembra leggermente cambiato ma non ancora in modo stabile. Per panico ed euforia tutto e tutti si rimettono in movimento freneticamente, malgrado i muscoli un po’ anchilosati. Il silenzio svanisce. I motori e rumori di tutti i tipi riprendono il loro frastuono e l’agenda si riempie di nuovo. «Mamma, cosa fai?». «Un puzzle, mi vuoi aiutare? Devo incastrare gli spettacoli tirandoli fuori dai teatri e mettendoli in piazze e arene; con alcuni organizzatori stiamo giocando a nascondino e con altri ad acchiapparello». «Ce la farai, mamma. Mi porti al Parco del Valentino? Mi manca tanto guardare il Po e salire sugli alberi». Anche a me. Andiamo.
Guardando la gioia della mia piccola mentre si arrampica su un albero, mi rendo conto che siamo una grande squadra e che, se abbiamo superato tre mesi su un piede solo, le mani all’altezza delle orecchie e la lingua di fuori, non ci ferma più nessuno. «Mamma… voglio creare un’agenzia per l’ambiente, con i miei amici», mormora la sera la mia bambina prima di addormentarsi. Il futuro è già più bello.