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Home > People > Editoriali > Editoriale > 1988 – 2018: da trent’anni insieme a Torino
Torino, primavera 2018
Ieri mi sono voltato verso la parete della nostra sala dove sono esposte, in ordine cronologico, tutte le copie di Torino Magazine e ho pensato: l’abbiamo fatto davvero! Ed è forse la prima volta che l’ho pensato guardando in faccia Piero e Alberto Angela, due cover separate da sedici anni, Paolo Conte e Paolo Pulici, due miti che non ricordo neanche più quando ho iniziato ad amare, Massimo Giletti e Luciana Littizzetto, la Torino in TV, Carlin Petrini e Papa Francesco, che secondo me hanno qualcosa in comune, e ancora Roberto Bolle, coi primi selfie (allora erano una novità) fatti dai lettori fuori dalle edicole, Lavinia Elkann, sola per noi al Museo del Cinema, i due Del Piero, qualche scudetto più un mondiale, et voilà. Gli ultimi sono sorrisi di ieri, Luca Argentero e Jimmy Ghione. Perché, se ‘trent’anni insieme alla città’ è il claim, ‘l’abbiamo fatto davvero!’ è il cuore, la passione, il commento spontaneo di un gruppo che ha concepito quello che a Torino non c’era, e in Italia neanche.
Una redazione che ha creato un magazine elegante (ma per nulla effimero) e popolare, nel senso più alto del termine. Un magazine che ha colonizzato le librerie dei torinesi e di lì non vuole più andarsene via. Il nostro magazine, perché, quando andate in edicola e chiedete «Torino Magazine, grazie», fate un gesto semplice e significativo: scegliete la ‘bella carta’ e non un’app, staccate l’occhio dal telefono per raggiungere un compagno di viaggio, un complice e, lasciatemelo dire, un amico. Perché trent’anni insieme alla città vuol dire ‘esserci sempre’. Torino, con noi, è diventata metropolitana, e noi non ci siamo persi nulla, credendoci, e, qualche volta, credendoci prima di tutti. Per noi le Olimpiadi c’erano già con due anni di anticipo, ricordate la rubrica ‘Da qui al 2006’? E poi ci sono state durante, con il numero iconico di 424 pagine.
Ieri mi sono voltato verso la parete della nostra sala dove sono esposte, in ordine cronologico, tutte le copie di Torino Magazine e ho pensato: l’abbiamo fatto davvero!
E ancora i centocinquant’anni dell’Unità d’Italia (evento di cui eravamo media partner), Expo 2015, che abbiamo finto fosse a Torino (riuscendoci), e i numeri celebrativi dei nostri vent’anni (con l’occasione abbiamo inaugurato le OGR già nel 2008) e del nostro centenario, che poi erano le nostre prime cento cover. Ecco, anche in quelle occasioni abbiamo sempre messo avanti la città, e i nostri anniversari sono stati lo spunto per raccontarla, celebrarla, proporla nelle sue eccellenze. Sempre alla ricerca di nuove sfide, come quando abbiamo scelto di essere media partner della Fiat Torino Auxilium neopromossa, e oggi siamo al suo fianco mentre solleva la Coppa Italia. Ai tanti eventi di Torino abbiamo aggiunto i nostri, quasi impossibile ricordarli tutti: alla Palazzina di Caccia di Stupinigi per ‘Elisa di Rivombrosa’, sul tetto del Lingotto, al Regio e al Carignano, a Palazzo Civico per ricevere il ringraziamento della città. E di nuovo penso: l’abbiamo fatto davvero! Come il calciatore che sceglie la traiettoria vincente, segnando il gol che non avrebbe mai pensato di poter fare, ed esclama, appunto, «L’ho fatto davvero!». Dietro di noi ci sono circa 24mila pagine e 100mila fotografie. I torinesi (e i non torinesi) che sono apparsi su Torino Magazine sono incalcolabili, ma qualcosa voglio dirvi sull’ultimo volto di copertina.
Per iniziare il nostro trentennale abbiamo scelto il chirurgo Mauro Salizzoni. Lo abbiamo scelto perché, al di là del valore indiscutibile del personaggio, volevamo dare un segnale forte. Per noi Mauro Salizzoni è il simbolo di una città che crede fortemente in valori concreti e insostituibili, come la salute. Una città dove, come accade alle Molinette, i medici lavorano per noi 365 giorni all’anno prendendosi cura della nostra vita. I trent’anni di Torino Magazine non saranno un party dove dirci bravi, ma un omaggio alla nostra città e alle sue eccellenze. Per poter ripetere a testa alta: l’abbiamo fatto davvero.