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Beppe Gandolfo

«La nostra storia si incrocia con la cronaca»

di Beppe Gandolfo

Autunno 2021

Dal 1988 al 2021, la storia di Torino Magazine si è intersecata con la mia carriera professionale. Dalle tivù locali alle reti Mediaset, passando attraverso l’ANSA. In quel 1988 ero a Telesubalpina, l’emittente della Chiesa torinese.

Mi occupavo del telegiornale e ricordo – in quell’anno – la nascita del Salone del Libro. «Un’idea luminosa con un pizzico di follia», disse lo scrittore Premio Nobel Iosif Brodskij al Teatro Regio, e poi la kermesse voluta dai visionari Angelo Pezzana e Guido Accornero, che trascinò 100mila visitatori sotto le volte di Torino Esposizioni. Che emozione raccontare quei giorni e intervistare scrittori, celebri e semisconosciuti.

L’anno dopo la mia vita professionale cambiò. Fui chiamato alla redazione torinese dell’Agenzia ANSA. Ci rimasi 9 anni, indimenticabili. Dalla cavalcata del mio Toro (quello di Emiliano Mondonico e della sedia alzata) in Coppa UEFA del 1992 fino alla sfortunata finale di Amsterdam e alle tragiche giornate dell’alluvione del 1994; dalle tante finali in Champions al seguito della Juventus, compresa la vittoria contro l’Ajax nel 1996, ai tanti fatti di cronaca, soprattutto legati alle ultime terribili fiammate del terrorismo che segnarono la vita, in quegli anni, di Torino.

Il 13 dicembre 1997 l’incontro con Enrico Mentana e l’approdo al TG5, corrispondente da Piemonte e Valle d’Aosta. Qual è il servizio che mi ha emozionato di più in tutti questi anni? È il 10 febbraio 2006. Da Roma mi dicono: «Stasera il telegiornale lo apri tu, da Torino». È il giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi invernali.

Il mio pezzo inizia con l’auto del Presidente della Repubblica che arriva in piazza Castello, scende Carlo Azeglio Ciampi, e la moglie Franca dice: «Mi prenderò un malanno, ma ho viaggiato con i finestrini aperti perché Torino è bellissima». Pensate la gioia, l’emozione, l’orgoglio per me, nato e cresciuto in questa città, lanciare questo messaggio all’Italia intera, da uno dei principali e più seguiti notiziari televisivi. Saranno giorni indimenticabili, vedere la trasformazione di Torino da città grigia e operaia a una delle mete turistiche più visitate e ammirate d’Italia.

In questi anni ho seguito anche l’incredibile partecipazione di persone ai funerali dell’Avvocato Agnelli, le tragiche storie di Cogne, di Novi Ligure, fino alla recente sciagura del Mottarone.

Una Torino che sta cambiando, che forse ha perso quella magia scaturita delle Olimpiadi e si scontra con la crisi acuita dal COVID. Ma una Torino da amare e raccontare con lo spirito di quel ragazzino che muoveva i primi passi da cronista negli anni Ottanta.

 

Ecco uno dei contributi delle cinque simboliche voci, ognuna delle quali porta sulle pagine di Torino Magazine un proprio aneddoto, una storia personale che accompagna lo scorrere di queste 150 cover e di trentatré anni di città.

Leggi gli altri quattro contributi: Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Paolo Griseri, Sara D’Amario, Gianni Oliva

Leggi 1988-2021: 150 cover di Torino Magazine