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Nitto ATP Finals Torino 2021

Ep. 3 - Storie, curiosità e consigli per l'uso

Autunno 2021

Nel tennis tendenzialmente perdi e vai a casa o vinci e vai avanti. Funziona sempre così, o quasi. Nel 1971, all’allora Pepsi-Cola Masters, la seconda edizione di quelle che oggi definiamo ATP Finals, partecipavano i migliori sei tennisti del mondo. Tutti giocavano contro tutti e non c’era una vera e propria finale, a meno che i due tennisti più vittoriosi si fossero sfidati (bontà del calendario) per ultimi. Nel ’71 successe: Ilie Nãstase (zero sconfitte) si ritrovò all’ultimo incontro ad affrontare il britannico Stan Smith (una sconfitta all’attivo, ma comunque il secondo più vittorioso), sovvertendo così l’ordine normale dei tornei di tennis. Alla fine vinse Nãstase, l’uomo da Bucarest, sostituendo proprio Smith, primo vincitore del torneo, nel neonato albo d’oro del Masters.

La storia degli sponsor legati a questa competizione non è breve: dal 1980 al 1984 la competizione aveva nome di Volvo Masters, in precedenza era stata Colgate-Palmolive Masters, Pepsi-Cola Masters e Commercial Union Assurance Masters. Dal 1985 al 1989 il nome era stato Nabisco Masters, quando come main sponsor primeggiava la Nabisco, azienda americana di biscotti del New Jersey. In tempi più recenti, per tanti anni la denominazione è stata Barclays ATP World Tour Finals, per via della sponsorizzazione della celebre banca inglese fondata a Londra nel 1690; infine, dal 2017 Nitto ATP Finals, attuale nome ufficiale del torneo. E quindi anche per l’edizione torinese.

Il vincitore più giovane nella storia delle Finals è anche uno dei giocatori più iconici della storia, un campione assoluto, americano, soprannominato “il genio”, tanto irascibile quanto infallibile sotto rete. Avete capito di chi parliamo? Ovviamente di John Patrick McEnroe, che nel 1978, a soli 19 anni, si laureò campione del torneo. Era decisamente giovane, molto forte, parecchio “carico”: in lui erano presenti gli stilemi caratteriali e tecnici che lo resero una leggenda di questo sport.

Matteo Berrettini © FIT

L’outsider per eccellenza delle ATP Finals? David Nalbandian, argentino di Córdoba, uno che dopo la carriera da tennista andò a correre i rally; ma che nel 2005 si rese artefice di un’in- credibile impresa, battendo il re Roger Federer in finale a Shanghai. Un Davide contro Golia moderno, sebbene questi siano stati gli anni d’oro (seppur brevi) dell’argentino, protagonista di una rimonta da non credere nei confronti del campionissimo elvetico (sotto di due set). Una storia da romantici che molti appassionati portano nel cuore.

Il più affezionato alle Finals, invece? Sicuramente il cecoslovacco poi naturalizzato statunitense Ivan Lendl, con la bellezza di 12 partecipazioni. Lendl il fenomeno, probabilmente per costanza il più forte tennista degli anni ’80, epico nei suoi duelli con Jimmy Connors, l’uomo del lungo-linea in corsa e dell’aquila nera Mizuno sul petto. Per un decennio ospite fisso alle ATP Finals.

Jannik Sinner © FIT

Per quanto riguarda l’edizione alle porte, l’italiano Matteo Berrettini è dato praticamente per qualificato, l’altro alfiere di casa Jannik Sinner rincorre, ma non sarà facile per lui essere a Torino già in questo 2021. Certi di partecipazione, salvo inconvenienti particolari, Novak Djokovic, Daniil Medvedev, Stefanos Tsitsipas, Alexander Zverev. Gli altri si dovranno dare battaglia fino all’ultimo. Quello che è certo è che i migliori otto arriveranno al Pala Alpitour per sfidarsi e dimostrare ancora una volta chi è il più forte… quindi lo spettacolo è assicurato.

Consiglio di avvicinamento alle Finals: su Internet potete trovare una mini serie di storie sulle ATP Finals raccontate da una voce storica del nostro sport come Ubaldo Scanagatta; si chiama Sotto rete. In questo modo le storie non finiscono mai.

 

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