LEGATO ALLA CITTÀ DI CUI PORTA IL NOME FIN DAL DEBUTTO, TORINO MAGAZINE NON SI È LIMITATO A RACCONTARE E SOSTENERE EVENTI E PROTAGONISTI, MA SI È IDENTIFICATO PROFONDAMENTE CON UN TERRITORIO CHE L’ HA SCELTO COME TESTIMONE DELLA PROPRIA STORIA
Negli Stati Uniti George Bush diventa presidente, a Seul si celebrano i XXIV Giochi Olimpici, a Torino si tiene la prima edizione del Salone del Libro e Cesare Romiti diventa amministratore delegato della FIAT. Siamo nel 1988, l’anno di nascita di Torino Magazine, che debutta in edicola durante l’estate lanciando in copertina la modella Jo Ferguson, di cui ormai si sono perse le tracce. Inizia la nostra storia, una storia che continua dopo trent’anni e che si è sempre intrecciata alle vicende della città, raccontandola, svelandola, sostenendone gli sforzi e credendo nei suoi progetti, sempre. Una storia di eventi e di tanti protagonisti, residenti o di passaggio, molti dei quali hanno sorriso dalle cover lasciandosi identificare con la parola ‘Torino’. Internazionale fin dal suo primo numero, la nostra testata ha contribuito al processo di sprovincializzazione della città a partire dal suo nome, con quel ‘magazine’ che ha sempre parlato il linguaggio del mondo. Fin troppo facile sostenerlo oggi, in tempi di globalizzazione mediatica, ma crederci, nel 1988, sembrava impresa da visionari. I pionieri di una rivista gigante anche nel formato (un 28 X 38 che complicava la vita agli edicolanti) furono Giorgio Lindo, direttore responsabile, e Roberto Pissimiglia, direttore editoriale.
Giorgio scovò il format negli Stati Uniti: «Ci ispirammo alla rivista americana ‘LA Magazine’ di Los Angeles. Il formato, vistoso e particolare, ci assicurò grande visibilità». Torino Magazine centrò lo spirito dei tempi, ricorda Pissimiglia: «L’Italia veniva da stagioni buie e complicate, segnate dalla crisi e dal terrorismo. Un periodo particolarmente difficile soprattutto per Torino. Ma, verso la metà degli Anni Ottanta, le cose cambiarono: con aperture dichiarate e spettacolari verso un nuovo edonismo. Noi fummo gli interpreti del disgelo e valorizzammo quel desiderio di apparire, di esibirsi, di mettersi in mostra raccontando la propria storia, i propri hobby e le proprie passioni. Torino Magazine divenne una vetrina». Sfogliando i primi numeri si scoprono assonanze con l’edizione attuale: i personaggi in copertina colti tra i ‘torinesi di passaggio’ (la prima fu Ottavia Piccolo), gli appuntamenti mondani (ieri ‘C’ero anch’io’, oggi ‘Personaggi e riti’), i viaggi (debutto al primo numero con San Francisco), ma anche ‘le buone tavole’ (oggi ‘Ristoguida’).
Siamo arrivati prima di tutti? Probabilmente sì. Ma abbiamo anche dimostrato una tenuta nel tempo che non ha riscontri nel panorama editoriale italiano. Quante testate oggi possono festeggiare il proprio trentennale? Pochissime: tranne i grandi quotidiani e pochi settimanali, il paesaggio si presenta rarefatto, e, tra nomi celebri e periodici, la voce più ricorrente è ‘non pervenuto’. Ma torniamo alla storia.
Quella del primo Torino Magazine è una città sicuramente meno aperta di oggi, legata alle proprie tradizioni, sempre bellissima ma certamente più classica, meno internazionale. Quello che sorprende fin da allora è la disponibilità ad apparire dei nostri lettori, che fanno a gara per essere ritratti nel celebre ‘Album di famiglia’, format concepito dal fotografo Giovanni Fontana. In un interno classico venivano messi in posa torinesi variamente assortiti, ‘parenti per un giorno’ davanti all’obiettivo. Gli anni passano e Torino Magazine resta vivacissimo. Intorno a noi la storia cambia pagina: nel 1989 cade il muro di Berlino, a Torino muore Luigi Firpo e arriva in visita Giovanni Paolo II; l’anno seguente l’Italia festeggia i mondiali di calcio e in città viene inaugurato lo Stadio delle Alpi. Nel 1991 si dissolve l’URSS e nasce la Lega Nord di Umberto Bossi, l’anno seguente inizia la sua opera Mani Pulite e la mafia uccide Falcone e Borsellino. Il 1993 è l’anno di Bill Clinton presidente e della ristrutturazione dell’aeroporto di Caselle. E Torino Magazine? Cambia, ma non sempre in meglio: le pagine si riducono e la formula comincia a mostrare la corda. I momenti di punta sono i ‘faccia a faccia’ (cover e servizio di punta) dove vengono messi a confronto il sindaco ‘storico’ Diego Novelli con il neoeletto Valerio Zanone e poi Lorenzo Matteoli – Bernardino Garetto (tema, il turismo), Giovanna Cattaneo Incisa – Giuseppe De Maria (la viabilità), Vittorio Chiusano – Mauro Borsano (il calcio). La parabola del primo Torino Magazine volge al termine, la rivista comincia a riflettere una stagione dove la città stenta nuovamente a trovare ruoli significativi e protagonisti d’eccellenza. In Italia, nel 1994, Berlusconi vince le elezioni e a Torino, lo stesso anno, nasce la Scuola Holden e muore Gustavo Adolfo Rol. In una metropoli dove la grande fabbrica perde vigore calano anche gli abitanti (ormai stabilmente sotto il milione) e quella vivacità – imprenditoriale e pubblicitaria – che aveva sostenuto la rivista gigante del 1988 viene meno. Negli anni seguenti Torino si trasforma e volta pagina, anche se non tutti ancora se ne accorgono. Alcuni eventi segneranno fortemente la storia della città: uno su tutti, la scomparsa di Gianni Agnelli nel 1997. Intanto, politicamente si era aperta una nuova pagina, con le giunte di centrosinistra che avrebbero governato ininterrottamente Torino dal 1993 al 2016. Valentino Castellani, il professore, è sindaco durante la prima trasformazione di una città che comincia a guardare al nuovo: valorizzazione di cultura e turismo, rilancio del centro storico con la riqualificazione del quadrilatero romano, debutto di aziende giovani e dinamiche, rivalutazione del patrimonio enogastronomico (con Slow Food e il Salone del Gusto), attenzione ai grandi eventi internazionali, in primis le Olimpiadi invernali, un totem, una chimera e, nel 1999, una realtà. Quando, nell’estate di quell’anno, Torino ottiene l’assegnazione dei Giochi il futuro era già iniziato. Ed era tempo di essere in edicola con una rivista cittadina che raccontasse innanzitutto ‘la nuova Torino’. Ma ogni fase storica vuole la sua bandiera, il suo traguardo, il suo sogno concreto dietro il quale mettersi in marcia. Quindi il primo numero di Torino Magazine ‘nuova serie’ non poteva che avere in copertina Evelina Christillin, ‘la Signora degli anelli’, che intervistai nel quartier generale del Lingotto.
Certo il prodotto di allora (Natale 1999) osservato con gli occhi di oggi fa una certa tenerezza: formato semplice e classico (21 X 27), 86 pagine, un numero di servizi rigorosamente contingentato perché la scommessa era ancora tutta da vincere. Ma ‘la nuova Torino’ faceva già la parte del leone: ‘le tribù della notte e i loro villaggi’ raccontava il set nottambulo di una metropoli emergente, ‘Luci d’artista’ rivelava le sue prime meraviglie e i numerosi ristoranti segnalavano l’emergere di una città ‘golosa e sibarita’, segnalata e scoperta anche dai grandi quotidiani stranieri. Nel secondo anno le uscite furono quattro, ma con una crescita continua di qualità, contenuti e foliazione. Il numero natalizio del 2000 arrivò a 142 pagine, la fase di incubazione era stata superata con successo. Tra i protagonisti dell’anno vanno ricordati: lo chef Davide Scabin, Piero Chiambretti, l’hairstylist Franco Curletto, l’economista Sergio Ricossa, Helmut Newton e Giorgetto Giugiaro, Alfredo Cazzola e il presidente della Regione Enzo Ghigo, il procuratore Raffaele Guariniello, Marco Boglione e Alberto Alessio. Grandi personaggi e belle storie, una scelta che si rivelerà vincente. Le cover non hanno ancora una linea omogenea, anche se prevale la creatività sui volti noti. A dicembre 2001 arriva il primo successo della nuova serie, con il record divendita in edicola conquistato grazie al ‘calendario delle modelle torinesi’ realizzato da Paolo Ranzani. Nel 2002 nasce, in collaborazione ufficiale col TOROC, la rubrica ‘Da qui al 2006’. Da noi il conto alla rovescia era iniziato prestissimo. Ma per Torino Magazine l’anno strategico sarà il 2002: nuovo formato (un 23 X 30 di grande impatto) e grande salto di qualità nei servizi e nelle immagini. Tra il 2002 e il 2004 in cover compaiono, tra gli altri, Massimo Giletti, Luciana Littizzetto, Alessandro Del Piero, Carla Bruni, Simona Ventura, Piero Angela, Marcello Lippi, Stefania Rocca, Alessandro Preziosi e Giorgio Faletti.
Inizia anche la stagione dei ‘nostri’ eventi: appuntamenti periodici che non vengono concepiti per celebrare la testata ma per valorizzare protagonisti, occasioni e location della vita cittadina. Momenti che fidelizzano Torino Magazine come elemento di punta del panorama metropolitano. Tra i primissimi merita di essere ricordato quello del 26 ottobre 2004 quando, nell’incantata cornice della Palazzina di caccia di Stupinigi, ospitiamo i protagonisti di ‘Elisa di Rivombrosa’, la fiction del momento.
Gli anni seguenti segnano un passaggio fondamentale nella storia del magazine, perché sono quelli di una sempre più evidente identificazione con la città. I volti copertina diventano i volti della città, garantendo al personaggio prescelto una visibilità forte e durevole, che supera la semplice presenza in edicola per tributare un omaggio, un riconoscimento, un’autorevolezza difficilmente riscontrabile altrimenti. I numeri di Torino Magazine non vengono ricordati per la data di uscita, ma per il volto presente in cover, quello che i poster nelle edicole propongono ai lettori, sempre più numerosi. Cambia anche il payoff: si passa da ‘bello e utile’ a ‘enciclopedia metropolitana’, perché la narrazione della città diventa sempre più collezionabile, anno dopo anno. E si arriva al 2006: il momento atteso da tutti e che Torino Magazine aveva iniziato a raccontare dal 1999.
L’evento viene celebrato con uno ‘speciale olimpico’ che costituisce un significativo unicum anche a livello nazionale: 424 pagine, 196 articoli, 500 foto, 2 chili e 600 grammi di peso… un record sotto tutti i punti di vista, mai visto niente di simile sotto la Mole.
Due mesi dopo la narrazione diventa storia: ancora 320 pagine, con la cronaca di ogni evento, il diario delle gare, le foto più spettacolari di una Torino sicuramente unica, probabilmente irrepetibile.
Ma il 2006 ci vede anche protagonisti del centenario granata. Torino Magazine dedica la proprio cover invernale al ‘mito’ Paolino Pulici (fotografato con la maglia dello scudetto) e ‘ricorda’ alla città – con una targa nella sala della fondazione – che la storia del Toro iniziò da Norman, nella notte del 3 dicembre 1906.
L’evento venne celebrato in un’atmosfera formidabile: migliaia di tifosi in festa, le telecamere della RAI, l’arrivo della squadra guidata da Urbano Cairo e Renato Zaccheroni, le mie mani e quelle del presidente a scoprire la targa con la prima storica formazione.
Sempre lo stesso anno va ricordata la cover con Carlin Petrini: il segnale più evidente che Torino Magazine credeva con forza, come ha sempre creduto, nell’enogastronomia e nella ristorazione come asset fondamentale dello sviluppo metropolitano.
Il 2007 merita di essere ricordato per la copertina con Gigi Buffon in un numero tutto bianconero, dove – grazie alla collaborazione con la Panini che ci ha ‘prestato’ le sue celebri figurine e alle foto storiche di LaPresse – abbiamo ripercorso una storia di gloria e di scudetti.
Ma è con il volto coraggioso di Don Ciotti che Torino Magazine si schiera con la città del sociale e dell’impegno, raccontando l’eroismo quotidiano di coloro che affrontano battaglie sempre nuove in nome della giustizia, del riscatto dei più deboli, della legalità contro gli abusi. Nel 2008 – l’anno del ventennale – Torino Magazine ridisegna la propria grafica, rinnova il formato, e si presenta alla città e ai lettori alla Fondazione Sandretto.
Le celebrazioni si terranno alle OGR – che inaugurammo dopo la prima grande ristrutturazione – e alla Mole Antonelliana, che fu l’occasione per raccontare la nostra prima cover ‘grafica’, creata da Ugo Nespolo e trasformata in quadro, omaggio simbolico per i protagonisti degli ultimi vent’anni a Torino. In una sempre più stretta sinergia con i grandi eventi cittadini Torino Magazine inizia a porsi come media partner degli appuntamenti di maggior rilievo in città.
Un modo per essere presenti non solo attraverso la cronaca e il racconto, ma con l’impegno organizzativo, con le idee, coi progetti da condividere.
Si inizia con ToDesign, che propone la città in un palcoscenico internazionale dove è sempre stata protagonista, ma che offre anche lo stimolo e una tribuna alle generazioni di creativi più giovani, gli eredi di Giugiaro e di Armando Testa. Il magazine, in parallelo, mantiene il proprio ruolo di anticipatore, e ne è un significativo esempio la proposta, nel 2009, dei progetti per il nuovo Juventus Stadium, che avrebbe visto la luce solo due anni più tardi. Credere nelle sfide della città, crederci sempre e, quando serve, saper ribaltare le prospettive. Ed è proprio quello che è accaduto in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
La ricorrenza – nazionale per definizione e ‘romana’ per profilo istituzionale – rischiava di avere Torino, prima capitale, come semplice elemento di contorno. Ma la Regione e Torino Magazine seppero giocare d’anticipo e – già nel 2010, un anno prima – la nostra testata realizzò un inserto a tema di 60 pagine precorrendo i tempi e lanciando le strategie. Dopo 12 mesi l’operazione venne ripetuta mandando in edicola un numero speciale che fu il vero e proprio catalogo dell’evento, con la copertina – dedicata a Cavour – disegnata da Benny Nicolini.
Le celebrazioni torinesi furono memorabili, con la città impavesata dai tricolori, le grandi mostre di Venaria Reale e alle OGR, la cerimonia al Teatro Regio con Giorgio Napolitano, e – nei giorni simbolo della ricorrenza – la presenza in città del Giro d’Italia e della sfilata annuale degli Alpini.
Ma per noi la festa finì solo coi due numeri successivi: 40 pagine complessive di immagini spettacolari che LaPresse – agenzia ufficiale per i 150 anni dell’Unità – realizzò a Torino ma anche a Roma, che, da protagonista annunciata, divenne, nei nostri servizi, la comprimaria della prima capitale d’Italia.
Qualche volta le ricorrenze ci sono, ma in altre occasioni bisogna essere in grado di crearle. Così è nata l’idea del ‘centenario’ di Torino Magazine, che poi erano i nostri primi 100 numeri.
E in questo caso ci lasciammo celebrare dalla città, in un evento nel foyer del Teatro Regio dove – dalle 19 alle 23 – furono in 1.560 ad ammirare le gigantografie delle nostre copertine esposte in rassegna.
Il numero 100 fu il racconto di Torino attraverso le immagini di dieci grandi fotografi: Bruna Biamino, Franco Borrelli, Fulvio Bortolazzo, Marco Carulli, Michele D’Ottavio, Giovanni Fontana, Patrizia Musso, Paolo Ranzani, Mario Saroldi e Luca Vianello.
Ciascuno di loro rivelò la città col proprio sguardo: 10 pagine per uno, 100 in tutto, come i numeri di Torino Magazine.
La nostra rivista a fianco della città e dei suoi campioni. Il 2012 fu l’anno della svolta sia per la Juve – tornata allo scudetto nel suo nuovo stadio – che per il Toro, promosso in A dopo stagioni di affanni. Un duplice evento che animò il centro per due settimane consecutive, a seguire una cover storica che rimane – per tutti i tifosi, a distanza di anni – l’icona del derby. Infatti il numero più calcistico della nostra storia non solo conteneva le foto più belle delle due cavalcate vittoriose, ma emozionava per la tavola di Benny Nicolini: una zebra e un toro ‘faccia a faccia’, grinta e sguardo guerriero, solo una piccola mole a separarli, risultato epico per una sfida senza tempo.
Nel 2013 la città si veste di bianco/rosso/blu con ‘Torino incontra la Francia’ e la testata, media partner del progetto, in accordo con Atout France, l’ente nazionale del turismo francese, propone il proprio calendario di eventi: una mostra d’arte contemporanea e una di fotografia a Palazzo Saluzzo Paesana, una cena stellata al Combal.Zero, la presenza a Torino della città di Nantes.
In parallelo le pagine del magazine ospitano grandi reportage su Marsiglia, Montpellier, Nantes, Bretagna e Parigi. Nei due anni seguenti altre iniziative torinesi di grande respiro internazionale vedono Torino Magazine protagonista come media partner: Smart City nel 2013 e Torino Capitale Europea dello Sport nel 2014. Ma è nel 2015 che – come in occasione di Italia 150 – il magazine ribalta prospettive apparentemente consolidate.
A Milano si tiene l’Esposizione Universale e Torino, a neanche un’ora di treno dal cuore della manifestazione, si candida come secondo polo dell’evento.
È l’occasione per un grande numero speciale che non si limita a lanciare il ricco programma di ExpoTo – il calendario appositamente concepito dalla città – ma che racconta ai torinesi l’esposizione universale come fosse un evento e un’opportunità torinese.
Torino è più bella, più vivibile, meno costosa di Milano, quindi può essere la città da visitare in occasione di Expo 2015.
L’operazione riesce al punto che anche il numero seguente propone le medesime caratteristiche editoriali. I due magazine – con una foliazione straordinaria – propongono due copertine grafiche: una tavola esclusiva di Ugo Nespolo e il volto della Gioconda, icona nazionale nel mondo, interpretato dal gallerista Gianni Fornaresio.
Il 26 giugno 2015, nella sala colonne del municipio, il sindaco Piero Fassino convoca una conferenza stampa per ringraziare Torino Magazine per le azioni di visibilità e di sostegno alla città svolte in occasione di Expo 2015. Da questo punto in avanti la storia si fa recente.
A partire dal 2015 la testata assume il ruolo di media partner dell’Auxilium, la squadra di basket cittadina, accompagnandola nel cammino, dal ritorno in Serie A alla conquista del suo primo trofeo nazionale: la Coppa Italia, vinta nel 2017.
Nel 2016 a Teatro Carignano Torino Magazine propone un talk show dedicato al panorama dei city magazine internazionali. È una svolta sul fronte degli eventi: la celebrazione e la festa lasciano lo spazio a momenti di approfondimento, a incontri tematici legati agli stili di vita metropolitani, a un posizionamento autorevole del mezzo, sempre più interlocutore attivo del panorama cittadino. Ma la serie dei grandi volti in copertina resta il segno distintivo di una testata che racconta Massimiliano Allegri e Lapo Elkann, Jimmy Ghione e Alberto Angela, Luca Argentero e Mauro Salizzoni.
Proprio il volto del grande chirurgo autore di oltre 3.000 trapianti di fegato è stata la prima cover del 2018, una scelta convinta e strategica. Abbiamo voluto iniziare il nostro trentennale con un protagonista dell’eccellenza torinese in un campo, quello della sanità, vicino al cuore e alla sensibilità dei torinesi. E la città ci ha seguito tributando a Salizzoni stima e affetto, inoltrando alla nostra pagina Facebook centinaia di messaggi di riconoscenza, segnalando agli edicolanti il forte apprezzamento per la scelta del ‘loro’ giornale.
Ma al nostro volto cover è stato tributato anche il primo press flash mob della nostra storia: decine di collaboratori ed ex pazienti si sono fatti fotografare con la rivista o con il poster delle edicole, andando a comporre un grande poster celebrativo per il professore. Il nostro percorso trentennale ci ha permesso di raccontare la città e di condividerne un pezzo di storia, ma ci ha anche insegnato molto.
I prodotti editoriali metropolitani nascono e prosperano solo se il contesto lo permette, e c’è qualcosa da narrare solo se la città cresce e si trasforma in uno scenario nazionale e internazionale sempre più sfidante. Noi oggi siamo ‘questo’ Torino Magazine perché Torino è ‘questa’ città. Identificazione col territorio vuol dire responsabilità crescenti e orgoglio. Dal 1988 abbiamo scritto e illustrato 30.000 pagine. Forse Torino ci è riconoscente, ma noi non la ringrazieremo mai abbastanza per averci consentito di intraprendere questo percorso con passione ed entusiasmo.
(Foto ARCHIVIO TORINO MAGAZINE)