Torino, primavera 2021
In questo periodo si parla tanto di transizione ecologica. Di fatto, chi si occupa di ambiente da molto tempo sostiene che economia e ambiente non solo non sono antitetici ma possono operare in perfetta sinergia. La tutela dell’ambiente e la rivisitazione di molte attività economiche, in una visione che tenga conto tanto di aspetti tecnici, sociali ed economici quanto di quelli ambientali, sono non solo auspicabili ma possibili e in molti casi già in buona parte realizzate. L’importante è farlo con metodi scientifici, sfruttando al massimo i vantaggi che oggi sono forniti dalla possibilità di avvalersi di tecnologie innovative, non disponibili fino a pochi anni fa. Prendiamo come esempio un settore produttivo di grande importanza nel nostro Paese: l’agricoltura. Il costante impegno profuso dal settore agricolo nella produzione di cibo, nella valorizzazione di scarti e sottoprodotti, nella produzione di energia rinnovabile e di fertilizzanti organici (il digestato) e nella riduzione delle naturali emissioni degli effluenti zootecnici si sta concretizzando in iniziative ben strutturate che hanno trovato, proprio nella nostra regione, terreno fertile. La filiera del biogas rappresenta ormai un importante elemento di forza del tessuto produttivo agricolo nazionale e ha portato, in Piemonte, a forme di aggregazione di grande interesse.
La diffusione degli impianti, avvenuta a partire dalla fine degli anni ’90, ha consentito al settore primario di raggiungere importanti obiettivi in termini di diversificazione del reddito e di miglioramento sotto il profilo ambientale delle aziende zootecniche. La liquidità prodotta tramite gli impianti è divenuta un importantissimo volano per lo sviluppo delle aziende agricole. Dal Consorzio Monviso Agroenergia si è originato, recentemente, il Consorzio Italiano per l’Agricoltura Circolare, presieduto da Luca Remmert, che al momento comprende 500 aziende della filiera agricola. Lo scopo è quello di promuovere una transizione che conduca a una filiera alimentare (produzione, trasporto, distribuzione, commercializzazione e consumo di prodotti alimentari) che abbia un impatto ambientale ridotto o neutro, preservando e ripristinando le risorse ambientali, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, proteggendo terreno, suolo, acqua, aria, salute delle piante e benessere degli animali.
Lo scopo è promuovere una transizione che conduca la filiera agroalimentare verso un sistema circolare, solido e resiliente
Al tempo stesso l’agricoltura piemontese utilizza da anni tecniche di difesa delle colture dagli attacchi dei parassiti a basso impatto ambientale, con evidenti vantaggi per la salubrità delle produzioni e la salute dei consumatori. L’evoluzione della filiera agroalimentare verso un sistema circolare, solido e resiliente, basato su processi produttivi che permettano di migliorare la sostenibilità ambientale dell’attività agricola e contribuiscano a creare e distribuire reddito sul territorio, sono anche il risultato delle ricerche condotte, spesso in collaborazione, da Università di Torino e Politecnico di Torino, nell’ambito di progetti europei e piattaforme regionali. Il futuro della filiera agricola non potrà prescindere dall’apporto dell’intelligenza artificiale, che permetterà un più rapido e diffuso sviluppo di una vera agricoltura digitale che, con interventi mirati, potrà consentire di ridurre gli apporti chimici in agricoltura e salvaguardare l’ambiente senza compromettere la produzione, i costi e il reddito delle aziende.
L’uso diffuso della blockchain garantirà la perfetta tracciabilità dei prodotti di qualità e rispettosi dell’ambiente, l’analisi dei dati ambientali e del ciclo di vita dei prodotti, assicurando al consumatore il cibo che desidera. Agli atenei piemontesi spetta il compito di assistere l’agricoltura circolare con la ricerca e con la formazione di personale qualificato, sempre operando in stretto contatto con il settore produttivo.