Torino, Inverno 2022
È stata un’idea geniale quella di Roberto Andò! Nulla di più seducente, per il soggetto di un film, della Sicilia del primo Ventennio nel momento in cui Luigi Pirandello veniva tormentato dai suoi Sei personaggi in cerca d’autore, la prima rappresentazione artistica tra l’io dell’autore e i demoni dell’inconscio. La stranezza è il raffinato film che Andò ha diretto dopo averne scritto la sceneggiatura insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso. La storia è ambientata a Girgenti; Nofrio e Bastiano, i due protagonisti becchini del paese e appassionati di teatro, si affannano nel tentativo di far vivere la loro compagnia teatrale amatoriale. Il tentativo maldestro avviene alternando una prova a un funerale, entrambi organizzati da loro con estrema difficoltà. La storia ha una svolta quando arriva un cliente importante, austero, benestante, con cui si verifica un problema relativo ai posti in cimitero. Scopriranno solo dopo che si tratta del famoso Luigi Pirandello, interpretato in maniera sublime da Toni Servillo. L’idea geniale di Andò è stata quella di intrecciare una commedia raffinata con il dramma vissuto dal Maestro, corroso da un’idea di sceneggiatura che l’ossessionava senza trovare soluzione. Pirandello, la cui poetica si può riassumere nel concetto del relativismo, s’ispirava alle teorie di Freud, pur non avendolo mai letto. Le sue opere puntavano alla frantumazione dell’Io precorrendo i tempi del teatro e cavalcando quelli della psicoanalisi. Dunque, l’uomo non è più una sola persona ma tante persone nel contempo.
L’idea geniale di Andò è stata quella di intrecciare una commedia raffinata con il dramma vissuto dal Maestro, corroso da un’idea di sceneggiatura che l’ossessionava senza trovare soluzione
La stranezza è un film delizioso e raffinato che annuncia le intenzioni contenute nell’opera dei Sei Personaggi: il tentativo di svelare il meccanismo e la magia della creazione artistica; il passaggio dalla persona al personaggio, dall’avere forma all’essere forma; l’eliminazione dello spazio artistico; la creazione di scene traumatiche fondate sulla volontà di vivere una vita autentica da parte dei Sei personaggi, in cui però si ripete l’angoscia delle colpe; la composizione delle strutture drammatiche, ossia, il teatro nel teatro; la solitudine senza speranza dei personaggi. L’anticipazione di queste tematiche viene racchiusa nella narrazione del film, nel contempo leggera e divertente. Ficarra e Picone rappresentano la sfida vinta da Andò che ha saputo intuire le potenzialità dei due attori, oltre i confini della comicità. Servillo è la migliore rappresentazione del Maestro in lotta con i propri demoni e colto da una febbre visionaria e malinconica che sfocerà nei Sei personaggi, opera che rompe la quarta parete del teatro provocando una frammentazione della linea temporale. Perché già allora Pirandello ci insegnava che la vita non segue mai un corso lineare. Al debutto Sei personaggi in cerca d’autore fu un clamoroso insuccesso. Con il passare del tempo il pubblico capì ciò che il Maestro aveva intuito con largo, geniale anticipo.
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