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Da Casorati a Sironi ai nuovi Futuristi

al Museo Accorsi

ALLA FONDAZIONE ACCORSI-OMETTO UNA BELLA MOSTRA DEDICATA ALL'ARTE, TRA TORINO E MILANO, NEGLI ANNI '20 DEL SECOLO SCORSO. UN ALTRO CONSIGLIO INTERESSANTE IN UNA TORINO DESIDEROSA DI RESPIRARE ARTE

Un autunno (e oltre) di grandi appuntamenti artistici e culturali a Torino. Questo è un po’ il super-riassunto di uno dei leitmotiv principali della città nell’ultimo periodo. Il bignami di una Torino che tra la settimana dell’arte novembrina e l’inondazione di mostre, esposizioni, cartelloni si è realmente riscoperta una piccola capitale artistica italiana. Musei e palazzi cittadini in questi mesi accolgono, hanno accolto e accoglieranno Picasso, Turner, Mirò, Hayez, Chagall e tanti altri. Tutti nomoni. Tutti appuntamenti da non perdere. Anche per fare bella figura con gli amici, con un tanto inaspettato quanto autorevole: «Ma alla fine Turner alla Reggia lo avete visto voi?».

Ma la ricchezza di una Torino con tanta voglia di respirare arte si saggia anche (qualcuno dice “soprattutto”) contando il numero e la qualità delle “altre” iniziative; e queste se possibile possono farvi fare perfino miglior figura. Avete presente rispondere al qui sopra di turneriana spavalderia: «Turner l’ho visto. Di Casorati al Museo Accorsi che dite?». Sbam.

Senza banalizzare l’arte a una gara di frequentazioni museali, approfittiamo del fermento culturale per suggerirvi una passeggiata piacevole in via Po, magari con un buon gelato (a noi piace anche in inverno), che prima di concludersi nella meraviglia di piazza Vittorio, fa tappa al civico N°55. Perché? Per ammirare la mostra Da Casorati a Sironi ai nuovi Futuristi, dall’11 ottobre all’11 febbraio visitabile alla Fondazione Accorsi-Ometto.

Una passeggiata piacevole in via Po facendo tappa al civico N°55 per ammirare la mostra Da Casorati a Sironi ai nuovi Futuristi, visitabile alla Fondazione Accorsi-Ometto fino all'11 febbraio

Tre buone ragioni per acquistarne il biglietto.

  1. Perché esplora un periodo artistico, quello del cosiddetto “ritorno all’ordine”, spesso poco considerato, ma sorprendente. Quello del post 1920, quindi del post Grande Guerra, che in Europa fu spesso legato alla “generazione perduta” di Hemingway, e in Italia fu per molti artisti invece il momento di impegnarsi in un atto di “ricostruzione”, perfino quasi di rinascita; attraverso un recupero della classicità espressa in ottica moderna. “Nuovi futuristi” appunto, come da locandina.
  2. Perché prende in esame i contenuti pittorici di quel periodo geolocalizzati principalmente tra Torino e Milano, e quindi nel frattempo parla (anche involontariamente) di quei luoghi che sono un po’ i nostri luoghi (seppur di un secolo fa).
  3. Perché il titolo è Da Casorati a Sironi… ma dentro ci sono Funi, Carrà, Boswell, Chessa, Levi, Menzio, Paulucci, Maugham, Balla, Munari e tanti altri artisti incredibili. In mezzo a così tante eccezionali sensibilità, complicato non farsi toccare il cuore almeno un paio di volte. L’unione fa la forza.

Quindi che dire: il programma è già definito, e avete pure tre buone motivazioni per una bella mostra in via Po. Il consiglio rimane inequivocabilmente lo stesso: è stagione di mostre e cultura, non fatevi scappare tutte queste opportunità; perché fanno bene alla città e a noi stessi.