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Identità e Passione

Torino e il suo calcio, Torino è il suo calcio

di Tommaso Cenni

Primavera 2024

IDENTITÀ E PASSIONE: VIAGGIO DENTRO UN BINOMIO CHE SIGNIFICA MOLTO PIÙ DI CIÒ CHE SEMBRA. DA TORINO AL MONDO, E RITORNO. DAL CALCIO ALLA VITA, FINO AL LORO ROMANTICO, INEVITABILE MIX. PASSANDO PER BUONGIORNO E GATTI, NON COME CALCIATORI, MA COME SIMBOLI DI IDENTITÀ E PASSIONE; DI TORINO, DELLE SUE VOCAZIONI, DEI DIFETTI E DELLE ASPIRAZIONI, DELLA POSSIBILITÀ DI FARCELA SE SI HANNO COME VALORI IDENTITÀ E PASSIONE

«Alzate il volume della vostra radio e lasciate che la buona musica non muoia mai». In radio, sulla Rai, risuona a reti unificate questo messaggio. Subito dopo un secondo di silenzio, e poi quella musica: Nel blu, dipinto di blu. Tutto il paese ascolta, e un po’ si commuove. È un lunedì di agosto, e a Roma si sono da poco svolti i funerali di Domenico Modugno. Dentro e fuori dalla Basilica di San Sebastiano ci sono praticamente tutti (a parte una buona fetta di politica), ma artisti, attori, giornalisti, scrittori… sono tutti presenti; e poi c’è il “popolo”, là fuori, in silenzio, a perdita d’occhio. Riunito per un ultimo saluto a Modugno. Mentre in radio, nei negozi, nelle macchine, in mezzo a un silenzio surreale, suona ancora quella canzone, probabilmente la più famosa di sempre. Il tempo, per due minuti e venti nove secondi, si ferma davvero, di fronte alla gigantesca portata emotiva di quelle note che, per un Paese intero, sono state Identità e Passione.

Buongiorno e Gatti - L'orgoglio della Maratona da sempre affianco al Toro - credit Antonello Marangi

L’orgoglio della Maratona da sempre affianco al Toro © Antonello Marangi

Un passo indietro: le etimologie. Identità viene dal latino idem, ovvero stesso, medesimo; e indica l’eguaglianza di un oggetto rispetto a se stesso. Quindi non solo identità dunque, ma coerenza, appartenenza, fedeltà, adesione a qualcosa. Il percorso etimologico del termine passione è invece ben più tortuoso, risale anch’esso al latino e rimanda a un’idea di patimento e sofferenza. Non a caso quella di Cristo era “passione”, ed era tutto tranne che piacevole. Fu il tempo a traslitterare il senso della parola verso un significato di emozione fortissima, quasi che il dolore potesse ottenere una sorta di catarsi nel rappresentare l’emozione in senso lato. Emozione estrema dunque: per un amore, per un lavoro, per un ideale, per una squadra di calcio. E in questa accezione ritroviamo anche il tema della sofferenza…

Alessandro Del Piero saluta la Juventus in uno degli addii più commoventi della storia del calcio © Luca Marco

Quindi identità e passione non sono affari facili. Non significano sempre vittoria (anzi!). Non sono obbligatoriamente patinate o da prima pagina. Ed ecco quindi in cover non i più forti, i vip, i goleador, non i predestinati, i santi, gli illuminati, ma due simboli di identità e passione, due volti a tinte bianconeregranata, duri e autentici, come identità e passione richiedono. Buongiorno e Gatti, che si osservano in copertina, non più difensori, ma incarnazione di una certa idea di mondo. Una a caso? No, la nostra. La domanda comunque può venire spontanea: perché il calcio? Per provare a rispondere prendiamo in prestito un racconto del nostro direttore (Guido Barosio, ndr) di diversi anni fa: «Anno 2035, suolo marziano. Nella stazione terrestre 12 uomini: 4 americani, 4 russi, 2 cinesi, 2 italiani, di Torino. All’alba i nostri con cittadini si svegliano con un rapido sguardo d’intesa. Dopo essersi preparati per l’escursione, aprono un piccolo bauletto d’alluminio. Ci sono tre oggetti, li prendono ed escono. […] Solo allora appoggiano al suolo le due magliette – una granata e una bianconera– e iniziano a palleggiare, con la sfera che vola lenta, come quei palloni pieni d’aria dei bambini. Oggi, sulla terra, è il giorno del derby».

Buongiorno e Gatti - I Rangers di Glasgow sono storicamente protestanti e unionisti, l'Old Firm non potrà mai essere un derby normale

I Rangers di Glasgow sono storicamente protestanti e unionisti, l’Old Firm non potrà mai essere un derby normale © Cosmin Iftode

Ecco quindi perché il calcio. Perché è un rito, è “i colori della città”, è un filamento di DNA che a Torino è un po’ più evidente che altrove. A Torino come in diversi altri luoghi nel mondo. A Glasgow la maglia biancoverde del Celtic è una questione di football, ma anche sociale, religiosa, politica; perché tifare quelli in green significa essere “i figli degli irlandesi”, e quindi anche cattolici e separatisti, e non protestanti unionisti come quegli altri, i Rangers (i Teddy Boys di Glasgow). L’Old Firm, il derby di Glasgow è più che che una passione, più che identità: è l’anima della città. Succede allora che esplorando le realtà calcistiche del mondo, conosciamo i territori che le ospitano. Un esempio? La Boca, il quartiere di emigrati genovesi di Buenos Aires dove è nata una delle squadre di fútbol tra le più celebri al mondo: il Boca Juniors. E il Boca (con la Bombonera, la Doce, Riquelme e tutto il resto) è La Boca. Tanto che quei colori gialli e blu hanno costretto perfino la Coca Cola a cambiare le cromie delle proprie insegne nel quartiere, perché il biancorosso ricordava troppo gli acerrimi rivali del River Plate, e nessuno a La Boca comprava la bevanda più famosa del globo. Ma il calcio racconta non solo usi e identità di città e quartieri, ne spiega anche ideali ed emozioni che, a volte, si fondono con le casacche senza via di ritorno. Succede a Madrid, dove le superpotenze di Atletico e Real, lasciano alle volte romanticamente il passo alla terza squadra della capitale: il Rayo Vallecano.

Buongiorno e Gatti - La Doce è il cuore del tifo gialloblu dentro e fuori dalla Bombonera

La Doce è il cuore del tifo gialloblu dentro e fuori dalla Bombonera © Eric Kitayama

Ed ecco quindi in cover non i più forti, i vip, i goleador, non i predestinati, i santi, gli illuminati, ma due simboli di identità e passione

Antifascista, anarchica, eccentrica società calcistica di culto (quasi come i pirati del St. Pauli ad Amburgo) che arranca da sempre, sportivamente parlando, ma vive e lotta sorretta unicamente dalla propria identità e conseguenti valori. Quella Vida Pirata a cui sono state dedicate canzoni e romanzi. Ecco quindi perché il calcio: perché fotografa i luoghi senza bisogno di troppe altre parole; bastano una bandiera, delle sciarpe tese, un pallone che rotola. E a proposito di scatti, quest’anno Torino sarà una delle grandi capitali della fotografia italiana, tra mostre molto belle ed EXPOSED, un nuovo foto festival internazionale alla sua prima edizione. I torinesi amano le foto perché sotto la pellaccia sabauda che si ritrovano,  in fondo, sono dei romanticoni. Gente sensibile, ma mai amante di troppo trambusto; quindi le fotografie vanno benissimo. Ed è, più che nei video, proprio nelle foto che ritroviamo, a casa nostra e in giro per il mondo, identità e passione, attingendo dalla sfera del football.

Buongiorno e Gatti - Més que un club, il Camp Nou durante l'ultima partita di Xavi, figlio e stella del popolo blaugrana

Més que un club, il Camp Nou durante l’ultima partita di Xavi, figlio e stella del popolo blaugrana © Mark Eaton

Un bambino che festeggia il suo Flamengo laddove il calcio non è sport, ma vita, salvezza, poesia. Un padre e una figlia che seguono il loro Athletic (Athletic Bilbao, ndr) che per il popolo basco è simbolo d’identità al pari dello txakoli e dell’euskera. Una manciata di ragazzetti che giocano a pallone, in India come in Vietnam, felici a prescindere dai campi, dalle divise, dalle scarpe, dalle porte non propriamente regolari. Forse dovremmo recuperare da quelle foto un po’ del calcio che abbiamo ormai perso. Perché nei volti di Buongiorno e Gatti ci sono grinta, cattiveria, abnegazione, voglia di rappresentare dei colori difendendoli da tutto, a partire dai bomber avversari; manca forse un po’ di quella spensieratezza ingenua di chi ha tutto da conquistare, ma niente da perdere. E non ha mai conosciuto burocrazie, team building o welfare. Magari anche a Torino manca un po’ di quella spensieratezza?

Buongiorno e Gatti - Un piccolo tifoso festeggia il suo Flamengo e Il calcio dei bambini in Vietnam

Un piccolo tifoso festeggia il suo Flamengo e Il calcio dei bambini in Vietnam

Diciamo che le carte in tavola ci sono. Ci sono i giovani, c’è l’aerospazio, c’è l’università. E poi ci sono la bellezza di una città mai così raccontata, i nuovi festival e saloni, le ATP Finals, le settimane dell’arte, l’enogastronomia ormai globale, le eccellenze tecnologiche, le startup innovative, le sinergie Comune-Regione. Servono programmazione, ancora più collaborazione, un’immagine cittadina da comunicare più chiara e incisiva… Ma i presupposti non sono affatto male. Detto ciò, posto come elemento imprescindibile la competenza, ci siamo chiesti: abbiamo smesso di parlare di identità e passione? Se sì, quando abbiamo smesso? E poi, perché? I volti di Alessandro e Federico in copertina non sono punti di arrivo, ma di partenza. Identità e passione non sono risposte ma parti di un discorso che non si esaurisce, e che stimola a nuove domande e rinnovate riflessioni.

Buongiorno e Gatti - Zebra e Toro, una di fronte all'altro, cover di un Torino Magazine di tanti anni fa

Zebra e Toro, una di fronte all’altro, cover di un Torino Magazine di tanti anni fa

Parecchi anni fa il caricaturista Benny disegnò per noi una delle copertine più iconiche di Torino Magazine: Toro e Zebra che si guardano in cagnesco con in mezzo la Mole. Erano il simbolo di una città che riabbracciava il derby dopo diverso tempo, e che in qualche maniera, attraverso quel rito, si riappropriava di una parte fondamentale della sua identità. Certo, “non ci sono più i derby di una volta”, ma io ricordo distintamente (e parliamo di qualche anno fa) il sorriso di mia nonna quando le raccontavo il giorno del derby; lei che da “spettatrice” li ha visti quasi tutti. La gente nervosa al semaforo, le strade che si svuotano, le serrande che vanno giù furbescamente un po’ prima del solito. Quel calore è cambiato ovviamente, ma c’è ancora e fa parte di noi. Come facciamo a dirlo con certezza? Breve riflessione: Buongiorno e Gatti verranno lecitamente giudicati per i loro trascorsi sportivi, per i risultati, ma non solo per quelli (come invece succede a praticamente tutti gli altri). Perché loro sì e gli altri no? Perché hanno, a parole e con i fatti, rimodulato una parte della loro etichetta. Non sono più calciatori e basta, ma a furia di battere il pugno sul cuore si sono trasmutati in dei simboli. Perderanno e vinceranno, ma avranno anche un’altra voce sotto i loro nomi sul dizionario del calcio di oggi (e chissà magari di domani).

Buongiorno e Gatti - Il legame tra Napoli e Maradona è ormai parte del DNA della città

Il legame tra Napoli e Maradona è ormai parte del DNA della città © Antonio Gravante

E questo ci dona qualche speranza: ma davvero nel mondo gigantesco, globalizzato, algebrico si può ancora non essere totalmente schiacciati dal peso dei report? Evidentemente sì. Poi c’è il cinema, l’attesissima seconda stagione de La legge di Lidia Poët, e a giugno comincia il grande tam tam dello sport a ogni latitudine tra Europei (di calcio e di atletica), il grande ciclismo, le Olimpiadi di Parigi. L’estate è la musica e di nuovo il turismo; poi il Salone dell’Auto che torna al Valentino, Terra Madre a Parco Dora, l’autunno gastronomico, il tartufo, l’arte, il tennis, il TFF e ancora cinema. In mezzo gli auguri ai 200 anni del Museo Egizio, la nuova programmazione della Mole, tutte le altre mostre e un tessuto economico che, pur con tanti difetti, innova, propone, si espande.

Buongiorno e Gatti - In pochi hanno saputo raccontare la poesia e la letteratura del calcio come Osvaldo Soriano

In pochi hanno saputo raccontare la poesia e la letteratura del calcio come Osvaldo Soriano

Il tutto sullo sfondo di una delle città al vertice, secondo QS Best Student Cities, della classifica delle migliori metropoli universitarie in cui studiare al mondo. Dentro questo breve riassunto ci sono le tante anime di cui Torino deve prendersi cura nei prossimi 12 mesi. Con quali strumenti? Con i numeri, con le competenze, con la cultura. Con la forza dell’identità e della passione che l’incrocio di sguardi di Buongiorno e Gatti rappresenta. Osvaldo Soriano, una delle più grandi penne sudamericane del ‘900, giornalista e cantore del fútbol come pochi altri, un giorno ha scritto: «Non amo lavorare troppo, né correre per i corridoi di uno stadio, né forse capisco di sport quanto l’incarico richiederebbe. Ma so inventare storie bellissime». La nostra volontà, spogliati di tutte le altre sovrastrutture, è che il 2024 sia una storia bellissima, soddisfacente, emozionante per la nostra città. Noi giochiamo in prima mano un asso (anche se non si dovrebbe mai fare), mettendo in copertina Toro e Juve, grinta e coraggio, identità e passione. Buona la prima.

(foto DREAMSTIME e GETTY IMAGES)