Classe 1958, è un giornalista e scrittore torinese. Ha iniziato la carriera come cronista sportivo che era ancora un ragazzo, e da allora l’amore per la penna, oltre che per il pallone, non lo ha mai abbandonato. Direttore di Piemontemese, associazione che promuove il territorio sabaudo e i talenti made in Piedmont, si dedica all’attività di ufficio stampa e alla scrittura di romanzi. Tra i suoi titoli, quelli che preferisce sono ‘Correvamo più veloci dei sogni’ e ‘Castelli maledetti – Piemonte e Valle d’Aosta’, editi da Il Punto – Piemonte in Bancarella. L’attaccamento al territorio è testimoniato anche dalle sue scelte culinarie: è un purista della cucina piemontese, anche se ogni tanto ama concedersi sapori più internazionali.
«Mi piace la cucina regionale e di base ricerco la qualità, piuttosto che la quantità. Per questo amo frequentare le piole e apprezzo i grandi classici della nostra tradizione: acciughe al verde, agnolotti, albese, battuta di fassone. Vado spesso all’osteria Antiche sere, in via Cenischia, oppure Da Gino, in via Monginevro, dove sfornano una deliziosa pizza al padellino. Qualche volta, lo ammetto, mi lascio tentare dalla cucina etnica, soprattutto indiana e centro-sudamericana. In particolare consiglio il ristorante Vale un Perù, in borgo San Paolo, con specialità peruviane come il ceviche, ricetta a base di frutti di mare marinati nel limone e conditi con coriandolo e peperoncino».